sprofonderò per tre volte, tante battaglie per niente, trascinato dal tempo

“Ogni giorno sono costretto a compiere una serie di scelte su cosa è bene o importante o divertente, e poi devo convivere con l’esclusione di tutte le altre possibilità che quelle scelte mi precludono. E comincio a capire che verrà un momento in cui le mie scelte si restringeranno e quindi le preclusioni si moltiplicheranno in maniera esponenziale finché arriverò a un qualche punto di qualche ramo di tutta la sontuosa complessità ramificata della mia vita in cui mi ritroverò rinchiuso e quasi incollato su un unico sentiero e il tempo mi lancerà a tutta velocità attraverso vari stadi di immobilismo e atrofia e decadenza finché non sprofonderò per tre volte, tante battaglie per niente, trascinato dal tempo. È terribile. Ma dal momento che saranno proprio le mie scelte a immobilizzarmi, sembra inevitabile, se voglio diventare maturo, fare delle scelte, avere rimpianti per le scelte non fatte e cercare di convivere con essi.”

— David Foster Wallace

da “vedi di non morire”

un tonico, così, per darsi forza

“Noi artisti siamo indistruttibili, anche in un
carcere, o in un campo di concentramento io sarò onnipotente nel
mio mondo di arte. Anche se dovessi dipingere i miei quadri con la
mia lingua bagnata sul pavimento polveroso della mia
cella.”
Pablo Picasso

“una cosa divertente che non farò mai più”

“ore 6,45: un triplo din-don dagli altoparlanti in cabina, nel corridoio e nelle sale è seguito da una flautata voce di donna che dice buongiorno, che giorno è, che tempo fa, eccetera. Lo dice con un dolce accento inglese, le ripete in un francese che sembra alsaziano, e poi ancora in tedesco. Riesce a rendere persino il tedesco mieloso e postcoitale. (…) ha proprio il suono che farebbe un profumo di marca se potesse parlare.”

David Foster Wallace, “una cosa divertente che non farò mai più”, minimum fax