io c’entro (il bersaglio)


l’ammiccamento del politico all’elettorato, al proprio e a quello degli altri è una cosa che mi da’ l’acidità di stomaco: dai manifesti incravattati alle ospitate televisive per parlare del niente e del suo contorno.
Casini oggi ha spostato in avanti il limite fra proposta politica e proposta indecente. Parlando dell’assassinio di Tommaso ha detto:
“Se non fossi cattolico vorrei la pena di morte per chi l’ha ucciso”.
Un commento che contribuisce moltissimo all’arricchimento di un momento talmente tragico da esigere la purezza del vero.
Il camaleontismo a fini seduttivi: sono così, come tu mi vuoi, l’essenza dell’essere una manica a vento.
Toglie il lavoro a Calderoli, Romagnoli, Mussolini e Borghezio… furbo quel Casini.

E poi, che vuol dire? Che tutti i cattolici sono contro la pena di morte? O che chi non è cattolico ne è a favore?
Roba da far rigurgitare l’ostia o il bollito alla cinese.

declini

forse lo fa solo a me, ma un altro effetto di questo fine legislatura, oltre ai già menzionati arretramenti del grado di civiltà della nostra società è l’incapacità di interpretare i reali problemi e di non cadere nelle trappole di chi si sente scivolare di mano il timone.
Discorsi, discorsi e poi ti accorgi che stai parlando di cose che non hanno un peso e intanto hai perso tempo ed energie. Perché mi portate lontano da quello che desidero? a quello e quelli della claque rinfaccio anche questo, l’avermi cambiato in peggio, e non è poco.

“Ci inchiniamo alla polemica del giorno, di cui capiamo la pochezza, ma a cui tutti si abbeverano. Ci accodiamo al dipanarsi della chiacchera di cui non ricordiamo più l’inizio, al ciarlare di chi affolla la fotografia ai piedi del sovrano.
E tutto intorno, c’è chi lavora, studia e coltiva idee che dureranno mille volte più di un lampo di notorietà in televisione o su un giornale. Ma tutti, spesso, abbiamo preferito quel lampo alla paziente speranza”.

Stefano Benni, “Achille pié veloce”

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