installazioni
ieri, guardando in giro, a destra in via XX settembre (che sarà successo quel giorno lì?) e in alto in via Cappellini.
Il primo cartello è lungo una strada a senso unico con parcheggio consentito solo da un lato. Di fronte c’è una pasticceria e la gente parcheggia in divieto e sul marciapiede regolarmente creando ingorghi, pericoli e incazzature a chi deve transitare, a motore o a piedi. Ovviamente il posto riservato a questa persona è spessissimo occupato da personaggi affamati di brioches e cappuccini. Il cartello ha un copy da Pubblicità Progresso e tocca le corde più profonde del vissuto italico: l’accidenti subliminale che trasmette spero che possa più del rischio di sanzione, anche se una visione più estrema della soluzione potrebbe farmi propendere per un’accetta piantata nel cofano (di pioppiniana memoria).
La seconda immagine me l’ha fatta notare Zoe mentre passavamo in scooter: uno scherzo, la volontà di lasciare un segno difficilmente cancellabile? In ogni caso so cosa farò con le prossime scarpe da gettare.
P.S. Il 20 settembre è la festa della laicità dello Stato, in ricordo della fine del potere temporale della Chiesa cattolica.
terminal
l’approccio al porto di Livorno in una prima mattinata di fine agosto regala afose visioni di terminal oltre alla fredda visione della fine di un periodo in cui non ho acceso il computer, ho letto quattro libri e tre giornali femminili, bevuto molta birra freddissima,sguazzato in acque trasparenti e salatissime con tre Winx, insegnato i rudimenti della pallavolo e rifiutato la mia immagine in foto.
erik franssen
Erik Franssen espone alcune sue foto (tra cui questa) nell’ambito della mostra “Encounters” alla Stadsgalerij di Heerlen, in Olanda, vicino al confine con la Germania.
Lui è il fotografo con cui abbiamo lavorato (molto bene) lo scorso dicembre per la campagna Crust: una capacità speciale di intuire e gestire gli elementi del racconto, dalle persone agli oggetti, agli scenari.
zoismi
“lo sai daddy che quando io ero piccola non esistevano le rime?”
zoismi_parolacce
aria-“daddy, la zoe ha detto una parolaccia.”
“cos’ha detto?”
“ha detto bastardo”
“ah, ma non sa nemmeno cosa vuol dire…”
zoe-“sì che lo so… vuol dire brutto, puzzone e pannolone”
i titoli di apertura di se7en
un film nel film, i titoli di apertura di se7en (1996) sono un capolavoro.
Li ho rivisti l’altra sera e mi sono ritrovato di nuovo fra attrazione e repulsione, con la visione ravvicinata del lavoro delle mani del serial killer su cui si sovrappone un lavoro di lettering curatissimo.
Una sequenza che, grazie anche alla musica dei NIN, è già la sintesi perfetta dell’angosciosa atmosfera di questo psycho thriller.
zoismi_tutto cresce
l’altro giorno, Zoe in macchina con Roberto, gli fa: “bella questa macchina, è nuova?”
lui le risponde: “no, ha due anni”
lei: “ma è piccolina, gliela dai da mangiare la benzina?“