belle facce (guardando il mondo dallo scooter)

Posted on marzo 8, 2008 
Filed Under coseviste

premessa: le foto le posto dopo…

tutte le mattine c’ è un tipo con gli occhiali che mi ammicca col suo bel faccione incravattato dall’alto dei giganteschi manifesti 6×3 che addobbano Viareggio, guarda lontano e scrive:

lavoro
casa
parcheggi

…
tutto a sottintendere (“più”, “più”, “più” qualcosa)
e poi “meno tasse”

ma c’è bisogno di dirlo? Fare comunicazione “a prova di scemo” è la prova vivente del voler mantenere tutto come sta.
Il vero programma che sta dietro questi faccioni che ci assedieranno di qui ad un mese è scritto a caratteri cubitali sul modo in cui sputtanano soldi per dire banalità ai quattro venti e a questo punto l’unico dilemma che sento da elettore non è per chi votare, ma se votare.

Ah, il manifesto non riporta la firma del partito di appartenenza, ma sabato scorso il tipo aveva il suo gazebino delle libertà in Passeggiata.

Su altri poster campeggia l’attuale assessore all’urbanistica e altre*, tale Manfredi. La composizione è esemplare: un ritratto sorridente, ma tristemente sottoesposto con un fondale riempito (immagino involontariamente) di cemento cittadino: la faccia resta un po’ in ombra e il fondo in piena luce, come se avessero voluto comunicare che quell’uomo è il mezzo e lo sfondo il fine.
Arrivo allo studio e vedo i suoi volantini che pendono fuori come linguacce dalle cassette della posta, mentre altri svolazzano liberi a sporcare la corte, ne raccatto uno e senza un motivo preciso mi ritorna in mente una cosa che avevo letto la sera prima: “la storia si ripete: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. Guardo le cartacce volare e penso “e la terza?”.

Salpati dal terzo facciamo rotta a vele spiegate verso il quarto mondo.

*Infrastrutture della mobilità (strade, parcheggi, sottopassi ferroviari, ponti, manutenzioni), dell’ambiente (rete fognaria), dell’energia e delle comunicazioni, Opere pubbliche connesse con l’arredo urbano, Urbanistica, Edilizia pubblica e privata, Servizi cimiteriali, Toponomastica
p.s. la frase è di Karl Marx.

Comments

Leave a Reply