il testamento biologico della politica

Posted on febbraio 8, 2009 
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mentre mi rigirano da due giorni in testa le parole più oscene mai ascoltate (“Eluana Englaro è viva, potrebbe anche procreare”) e mi tocca condividere anche una nazionalità con chi le ha pronunciate, condivido alla lettera le parole di Eugenio Scalfari sulle analogie storiche di questo periodo e di quello fascista che appaiono oggi su “Repubblica“.

“Ci sono altre somiglianze più nostrane che saltano agli occhi. Mi viene in mente il discorso alla Camera di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925, cui seguirono a breve distanza lo scioglimento dei partiti, l’instaurazione del partito unico, la sua identificazione con il governo e con lo Stato, il controllo diretto sulla stampa. Quel discorso segnò la fine della democrazia parlamentare, già molto deperita, la fine del liberalismo, la fine dello Stato di diritto e della separazione dei poteri costituzionali.

Nei primi due anni dopo la marcia su Roma, Mussolini aveva conservato una democrazia allo stato larvale. Nel novembre del ’22, nel suo primo discorso da presidente del Consiglio, aveva esordito con la frase entrata poi nella storia parlamentare: “Avrei potuto fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli”.

Passarono due anni e non ci fu neppure bisogno del bivacco di manipoli: la Camera fu abolita e ritornò vent’anni dopo sulle rovine del fascismo e della guerra.
In quel passaggio del 3 gennaio ’25 dalla democrazia agonizzante alla dittatura mussoliniana, gli intellettuali ebbero una funzione importante.
Alcuni (pochi) resistettero con intransigenza; altri (molti) si misero a disposizione.

Dapprima si attestarono su un attendismo apparentemente neutrale, ma nel breve volgere di qualche mese si intrupparono senza riserve.
Vedo preoccupanti analogie. E vedo titubanze e cautele a riconoscere le cose per quello che sono nella realtà. A me pare che sperare nel “rinsavimento” sia ormai un vano esercizio ed una svanita illusione. Sui problemi della sicurezza e della giustizia la divaricazione tra la maggioranza e le opposizioni è ormai incolmabile. Sulla riforma della Costituzione il territorio è stato bruciato l’altro ieri.

E tutto è sciaguratamente avvenuto sul “corpo ideologico” di Eluana Englaro. Non ci poteva essere uno scempio più atroce.”

Comments

One Response to “il testamento biologico della politica”

  1. gilook on febbraio 9th, 2009 11:26

    Per non parlare poi di autarchia ed immigrazione…era il 1937 e Trilussa (ed. Mondadori e ci sarebbe da parlarne sulla sua posizione) recitava:

    Appena ch’er Droghiere mise in mostra
    “Il Vero Insetticida Nazionale”,
    la Mosca disse: – Me farà più male,
    ma per lo meno è produzzione nostra.

    Siamo nel 2009 e Camilleri (e la posizione è chiara) recita:

    ”Si prendano subito le impronte digitali dei bambini Rom!”, ordina un paio di baffi sul nulla. E i baffi giurano che non è razzismo, ma solo umana pietà verso i bimbi costretti a mendicare.
    Che cuore, che generosità.
    E mi tornano a mente i versi di un grandissimo*:
    ” Sei così ipocrita che quando l’ipocrisia ti avrà ucciso sarai all’inferno ma ti dirai in paradiso.”

    *Pasolini

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