Game over

Posted on agosto 30, 2012 
Filed Under sens_in_azione, vitavissuta

in sala giochi si andava per giocare, mettevi dei soldi nella fessura e ti cimentavi con delle macchine che mettevano alla prova una qualche abilità: velocità, intuito, riflessi.

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Ci son rientrato stasera, mi ci han portato Aria e Zoe. Ci sono solo delle proto-slotmachines, giochini colorati di varie razze, ma praticamente tutti legati alla sorte, propedeutici al fatto di sviluppare future dipendenze da videopoker e slotmachines. Ogni gioco è di fortuna, dura pochissimi secondi e alla fine ti regala delle strisce di cartoncini con dei punti che accumuli e poi, quando ne hai quantità assurde, puoi ritirare il tuo premio, che, se prima era una nuova partita insieme al record, spesso scritto su un cartoncino attaccato con lo scotch sul flipper con il tuo nome ed un punteggio astronomico che ti faceva assurgere a Cavaliere del Pinball Wizard e con una moneta gente come Darietto passava delle ore e poi regalava ai mortali che avevano testimoniato le sue prodezze decine di credits, adesso la gratifica non nasce dall’abilità, ma solo da culo e (tanto tanto) accumulo, metafora affilatissima di un’epoca in tilt.

 

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