report_mare lorum
la puntata di report di domani sera toccherà da vicino gli interessi di molti viareggini. I proprietari dei bagni appariranno per quello che sono e potrete rovinarvi un’altra domenica sera.
Mare nostrum! Si dice. Ma di chi e’ veramente il mare? Di chiunque voglia raggiungerlo, dice la legge. Perche’ la spiaggia e’ proprieta’ demaniale, ovvero dello Stato, quindi di tutti.
La prassi invece, in alcune regioni italiane, e’ un’altra. Sul lungomare di Ostia, le rare spiagge libere vengono riempite all’alba di lettini per impedire ai bagnanti di stendersi dove vogliono, mentre le spiagge autorizzate a ospitare colonie estive non vedono traccia di bambino. Persistono da decenni chioschi abusivi che nessuno riesce a far togliere. Un lungomare chiamato anche ”lungomuro”.
A Ostia gli stabilimenti balneari occupano il demanio marittimo in cambio di un canone spesso ridicolo che nessun governo, negli ultimi 50 anni, e’ riuscito veramente ad aumentare e a portare ai reali valori di un libero mercato. Ristoranti sulla spiaggia che pagano 400 euro al mese; gestori di stabilimenti con centinaia di cabine, ristoranti, bar e negozi per un canone di 1.200 euro mensili, totalmente ripagati dal solo affitto di 6 cabine a 3.500 euro l’una a stagione.
E poi c’e’ l’evasione fiscale, valutata in questo settore intorno al 50%. Tutto questo anche grazie a un sistema di concessioni demaniali rinnovate sempre agli stessi titolari per assenza di gare d’appalto, sistema che e’ costato all’Italia l’apertura di una procedura di infrazione da parte della UE.
Un gigantesco affare, che a breve la legge sul federalismo demaniale dovrebbe passare nelle mani di regioni e comuni, trasferendo la proprieta’ del demanio marittimo alle amministrazioni locali. Con tutti i rischi che ne conseguono.
four sweeties by Aleluna
sprofonderò per tre volte, tante battaglie per niente, trascinato dal tempo
“Ogni giorno sono costretto a compiere una serie di scelte su cosa è bene o importante o divertente, e poi devo convivere con l’esclusione di tutte le altre possibilità che quelle scelte mi precludono. E comincio a capire che verrà un momento in cui le mie scelte si restringeranno e quindi le preclusioni si moltiplicheranno in maniera esponenziale finché arriverò a un qualche punto di qualche ramo di tutta la sontuosa complessità ramificata della mia vita in cui mi ritroverò rinchiuso e quasi incollato su un unico sentiero e il tempo mi lancerà a tutta velocità attraverso vari stadi di immobilismo e atrofia e decadenza finché non sprofonderò per tre volte, tante battaglie per niente, trascinato dal tempo. È terribile. Ma dal momento che saranno proprio le mie scelte a immobilizzarmi, sembra inevitabile, se voglio diventare maturo, fare delle scelte, avere rimpianti per le scelte non fatte e cercare di convivere con essi.”
— David Foster Wallace
zoismi_licence to kill
presentando suo cugino Alex ad amici, zoe fa:
“lui è il mio cugino. È in inglese…”
a me: “sono contenta che hai sposato mummy, se avessi sposato un’altra ti avrei ammazzato.”
con un governo così ci credo che il tempo è di merda
corsi e ricorsi (di carnevale)
ci risiamo, c’hanno rifatto, squadra che vince non si cambia e così via.
A distanza di un anno e con tempi di consegna serratissimi la Fondazione ha riproposto lo stesso bando di concorso per il design del poster ufficiale della prossima edizione del Carnevale (sbando di concorso) e ha scatenato una discussione fra grafici, professionisti della comunicazione e, per fortuna, cittadini (si segua la querelle qua).
La stessa AIAP ha diffidato i suoi associati dal partecipare al concorso:
“Tra gli elementi motivo del rifiuto, l’assenza di un premio pur essendo il concorso aperto in particolare a professionisti della comunicazione (grafici e pubblicitari, recita il bando). Unico riconoscimento previsto è la preziosa medaglia d’oro del Burlamacco.
Inoltre il bando non prevede nessun brief di progetto, nè dettagli sulle modalità di presentazione delle proposte o sulla giuria…” (qua).
A distanza di una settimana dalla scadenza del concorso ancora nessuna risposta ufficiale è stata data alle numerose questioni poste, ma una semplice frase, estratta dall’unica presa di posizione del signor Pieraccini (vicepresidente del Consiglio d’indirizzo della Fondazione) in risposta alla totale assenza di Franca Signorini fra l’elenco dei maestri citati nel comunicato stampa ufficiale è da riportare a futura memoria dello spessore e sensibilità comunicativa e culturale di questo organo:
“Premetto che la dimenticanza (grave) su Signorini è da addebitarsi a coloro che hanno redatto il comunicato stampa e che verrà segnalata per evitare future gaffe”.
Signor Pieraccini, non si adombri, le future gaffes sono niente al confronto del vostro pirotecnico presente.
segni dei tempi
la crisi del giornalismo italiano ha radici locali