zombieland

zoismi_ossa e occhi

Io e la Zoe si parlava del fatto che quando ti fai male spesso il dolore lí per lí non lo senti, insomma gli dicevo di questa cosa che è l’adrenalina e che ti viene su anche quando fai robe tipo il paracadutismo e da lí lei mi dice:
“sai che quando non ti si apre il paracadute e caschi ti ingessano tutto? Oh, ma gli occhi no, eh!”

te pensa il caso

sabato sera c’era un bel cielo sopra lo spettacolo di Celestini e mentre mi facevo trasportare in giro dalle sue macchine di parole mi son trovato a guardarmi che pensavo alla morte di Berlusconi, a quel giorno lí, non un malaugurio, solo il pensiero di cosa succederà a tutto quanto l’ambaradan che ha messo su, ci sarà gente col capogiro, gente con le bandiere, gente che urla, gente che sta zitta, poi quel pensiero è passato e ho ricominciato a vedere quel pizzo in fondo alla faccia di Celestini, son risalito su quel tappeto volante che tesseva con la voce fino a quando ha finito di dire che ci sarebbe andato lui, lunedì, a mettere la (non “una”) bomba a Montecitorio, perché tanto lui a Roma doveva rientrare ed era più comodo per tutti se ci faceva un salto lui, ecco poi ieri Bossi casca dal letto e si rompe una spalla, perché lui fa le cose normali, si mette la canottiera, manda affanculo, suda, c’ha i rayban da vista, che era dai tempi di Funari che non li ho più visti a nessuno, c’ha un figlio parecchio normale, insomma mi son chiesto come cazzo fa ad andare d’accordo con quello che per ora non è morto, ma le cose normali non le fa mai, né lui né i suoi figli che son persone speciali e c’hanno tanti interessi tipo il Milan che anche lui fa lo sciopero del calcio, che sembra una cosa normale fatta in un mondo assurdo, ma comunque il risultato è buono, avremo una domenica normale in più, quest’anno, che poi se tutto va bene magari lo sciopero si allunga perché non si mettono d’accordo e domenica dopo domenica magari si scordano e con un po’ di pazienza, tam, ci siam liberati del calcio e di uno dei tanti giochini di Berlusconi che comunque gliene rimane parecchi, ma secondo me non è felice che la gente pensi certe cose su di lui, ma la cosa più incredibile di tutto questo è che mezz’ora fa leggevo un libro di Paolo Nori che si chiama “i libri devono essere magri” e a un certo punto, a pagina 26, lui racconta di un giorno in cui gli han detto che era morto Berlusconi e lui ci ha creduto per quattr’ore buone, mentre a me quel pensiero lí al massimo mi sarà durato un minuto, ma almeno era una roba mia, mica mi faccio influenzare dalle sue tivù, io.

è il viaggio che conta, baby

L’ho capita la formula, alla fine l’ho capita: no, non me l’hanno spiegata, ci sono arrivato da solo, ho finito di leggere “Sunset Park” di Paul Auster” e ci sono arrivato da me, senza aiuti, perché quando le cose si stavano dipanando davanti ai miei occhi mi sono accorto che quella era l’ultima pagina, mentre io mi aspettavo molte parole in più per capire, per approfondire quello che negli ultimi minuti mi aveva riempito la mente, un fiume carico da cui mi aspettavo che si allargassero altri rivoli, mentre invece la storia arrivava lí, di fronte a quel muro, anzi a quella terrazza panoramica da cui potevo scegliere da solo quale potesse essere il panorama.
Ecco, il segreto è quello, fermarsi sempre un po’ prima, giusto qualche passo, e lasciare che chi ti ha seguito faccia lui, da lí in poi, l’andatura.
Ce n’è voluto per capirlo, ma mi pare una cosa enorme.

sms da nick the red

“mi hanno chiesto: “scusi sa dove possiamo noleggiare quei pedalò da strada?”, non male vero?”

note a margine

È come quando prendi l’influenza, io non so com’è che succede, ma succede che certe musiche d’estate mi entrano a tradimento nel cervello con ritornelli che più son banali e più si attaccano alla cervice tipo denti di cane allo scoglio. E dire che non faccio niente per avvicinarle, a casa metto i cd che mi pare, in macchina pure e se ascolto la radio è sempre radio24, quella in cui parlano e basta, per cui è chiaro che questi torridi motivetti si insinuano nelle fessure dell’apparato ricettivo e nidificano note e liriche infestanti incessantemente, così quando meno me lo aspetto mi ritrovo a canticchiare frasi mai pensate prima.Tormentoni, li chiamano, appunto, perché quel loop che ti fanno suonare dentro crea un fastidio continuo che ha eguali solo nelle emorroidi o nel viso di Capezzone.
Quest’anno il (mio) tormentone lo canta Raffaella Carrà e già questo è spaventoso, ma il tarlo diventa una levigatrice orbitale a pieni giri nel momento in cui quel riff miserrimo è accompagnato da un ritornello che fa:
“aha, aha, a far l’amore comincia tu, aha, aha, a far l’amore comincia tu”
.
Che vorrà dire?
Me lo chiedo e lo chiedo in giro tutte le volte che, mi ripeto, a tradimento questa musica mi raggiunge, che significa? Mi vengono alla mente immagini di una tipa che dice “Vai avanti tu da solo che poi arrivo io” di una di quelle signore col camper lungo la pineta di Migliarino al ventesimo cliente del giorno che ti invita a non scocciarla con avances sessuali poco allettanti.
Tutto meno che amore, tutto meno che attrazione fisica, tutto meno che piacere, sia per la carne che per le orecchie.

sms da nick the red

“è entrata una donna con minipasseggino chiuso con dentro un coniglio munito di biberon con cannuccia e la radio sta passando i Creedence: che sia un segnale mandato da Drugo?”

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