da paul_part-time

 

mi scrive Paul:
“Almeno costerà poco”.

C’ha anche messo del tempo, a scriverlo, considerando la boldness del carattere.

A parte il copy, una perizia calligrafica potrebbe rivelare cose orribili.

just for you

 

oggi solo Q, nessuna A.

ricetta anticrisi

un batterista che canta, una band a petto nudo, tanto sudore, una buona tecnica e una gran canzone: era il 1974 e loro sono i Grand Funk Railroad. La cosa strana è che li ha riportati alla luce della mia memoria l’intervallo di una radio che di solito parla di economia, ma forse anche la Marcegaglia si è accorta che per combattere la crisi non c’è niente di meglio che l’energia pura del rock, altroché.

P.S. Homer Simpson in una puntata in cui spiega a Bart la musica rock dice:
“A cosa servono tutti gli altri gruppi se sono già esistiti i Grand Funk Railroad?”

immagini per immaginare meglio

le cose le vivi e poi le racconti e si formano immagini in testa a chi ti ascolta, qualcuna a fuoco altre meno, succede a tutti e allora quando senti una notizia come quella delle alluvioni in Thailandia ti crei una vista di Bangkok con tanta acqua nelle strade, tipo Venezia, ma questa foto non tiene conto delle dimensioni del paesaggio che dovrebbe ritrarre per essere fedele, un po’ come quando ti raccontano una tragedia personale, tu ascolti, ci metti dell’empatia, ma la distanza fra il viverla, quella cosa là, e assistervi resta (più o meno) molto ampia, insomma le immagini in certi casi le riprendi col teleobiettivo, lontano e ben al sicuro e così fra te e quella realtà ci vuole un collegamento esterno che ti dica “girati un attimo, metti la mano sulla fronte che sei in controluce, abbassati, sì, laggiù, guarda, le cose stanno così. Vedi, ora?
Ecco, senza troppe parole l’infografica fa delle inquadrature perfette, regola l’esposizione e controlla la messa a fuoco mentale, e questa qua sotto mi ha aiutato a guardare diversi avvenimenti che avevo registrato male.

grazie

per aver concepito mondi interi fatti di sogni e per averci dato gli strumenti per realizzarli.
Non so cosa farei adesso se quella mela multicolor non fosse entrata nella mia vita vent’anni fa.

Ti sia lieve la terra.

te pensa il caso

sabato sera c’era un bel cielo sopra lo spettacolo di Celestini e mentre mi facevo trasportare in giro dalle sue macchine di parole mi son trovato a guardarmi che pensavo alla morte di Berlusconi, a quel giorno lí, non un malaugurio, solo il pensiero di cosa succederà a tutto quanto l’ambaradan che ha messo su, ci sarà gente col capogiro, gente con le bandiere, gente che urla, gente che sta zitta, poi quel pensiero è passato e ho ricominciato a vedere quel pizzo in fondo alla faccia di Celestini, son risalito su quel tappeto volante che tesseva con la voce fino a quando ha finito di dire che ci sarebbe andato lui, lunedì, a mettere la (non “una”) bomba a Montecitorio, perché tanto lui a Roma doveva rientrare ed era più comodo per tutti se ci faceva un salto lui, ecco poi ieri Bossi casca dal letto e si rompe una spalla, perché lui fa le cose normali, si mette la canottiera, manda affanculo, suda, c’ha i rayban da vista, che era dai tempi di Funari che non li ho più visti a nessuno, c’ha un figlio parecchio normale, insomma mi son chiesto come cazzo fa ad andare d’accordo con quello che per ora non è morto, ma le cose normali non le fa mai, né lui né i suoi figli che son persone speciali e c’hanno tanti interessi tipo il Milan che anche lui fa lo sciopero del calcio, che sembra una cosa normale fatta in un mondo assurdo, ma comunque il risultato è buono, avremo una domenica normale in più, quest’anno, che poi se tutto va bene magari lo sciopero si allunga perché non si mettono d’accordo e domenica dopo domenica magari si scordano e con un po’ di pazienza, tam, ci siam liberati del calcio e di uno dei tanti giochini di Berlusconi che comunque gliene rimane parecchi, ma secondo me non è felice che la gente pensi certe cose su di lui, ma la cosa più incredibile di tutto questo è che mezz’ora fa leggevo un libro di Paolo Nori che si chiama “i libri devono essere magri” e a un certo punto, a pagina 26, lui racconta di un giorno in cui gli han detto che era morto Berlusconi e lui ci ha creduto per quattr’ore buone, mentre a me quel pensiero lí al massimo mi sarà durato un minuto, ma almeno era una roba mia, mica mi faccio influenzare dalle sue tivù, io.

è il viaggio che conta, baby

L’ho capita la formula, alla fine l’ho capita: no, non me l’hanno spiegata, ci sono arrivato da solo, ho finito di leggere “Sunset Park” di Paul Auster” e ci sono arrivato da me, senza aiuti, perché quando le cose si stavano dipanando davanti ai miei occhi mi sono accorto che quella era l’ultima pagina, mentre io mi aspettavo molte parole in più per capire, per approfondire quello che negli ultimi minuti mi aveva riempito la mente, un fiume carico da cui mi aspettavo che si allargassero altri rivoli, mentre invece la storia arrivava lí, di fronte a quel muro, anzi a quella terrazza panoramica da cui potevo scegliere da solo quale potesse essere il panorama.
Ecco, il segreto è quello, fermarsi sempre un po’ prima, giusto qualche passo, e lasciare che chi ti ha seguito faccia lui, da lí in poi, l’andatura.
Ce n’è voluto per capirlo, ma mi pare una cosa enorme.

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